L’intelligenza artificiale può potenziare il ruolo dell’uomo

Nel libro di Saolini e Pola “E-commerce sensoriale” c’è un paragrafo, al capitolo 5, dal titolo “La realtà ‘aumentata’ e l’uomo ‘diminuito’”, che mi ha fatto spesso riflettere. In esso si evidenzia che tecnologie digitali che portano informazioni contestuali aumentando la realtà fisica (si pensi alle ben note mappe con evidenziazione dei punti di vendita o meglio ancora il recente fenomeno di Pokémon Go) danno sicuramente benefici in termini di esperienza utente, ma rischiano un...

Da più fronti è evidente ormai che per ridefinire approcci di segmentazione dei consumatori e conseguentemente per progettare ed erogare value proposition coerenti e innovative, anche attraverso la pianificazione di attività di promozione, advertising e di comunicazione in senso più ampio, sia necessario considerare assieme due variabili rilevanti dell’individuo: l’intento e il momento. Google con il concetto di “micromoments” li fonde, ma di fatto considera solo alcuni intenti (informarsi, cercare, fare, comprare) che sempre più vengono svolti...

L’innovazione digitale della prima ora ha cercato di semplificare la vita alle persone sia automatizzando alcune attività e rendendole più veloci sia soprattutto consentendo all’individuo di risolvere problemi o fare cose con una modalità nuova, imprevista e naturale. Dall’evoluzione dei primi siti alle mobile app, l’elemento chiave è stata la cosiddetta user experience, intesa non solo come interfaccia grafica in senso stretto, ma appunto come tutto il flusso esperienziale nello svolgere il task sul touchpoint....

Negli ultimi mesi sembra che la nuova linea di tendenza del digitale, oltre ai wearable device (di cui si è già parlato nello scorso numero), sia rappresentata dall’intelligenza artificiale, che va a connotarsi su più device e strumenti che vanno dalla realtà immersiva fino ai robot. Su questi ultimi, com’è ovvio aspettarci, c’è molto dibattito circa la reale applicabilità su una scala più ampia (con benefici di risparmio costi e drastica riduzione del personale) o...

I wearable device sono dispositivi (minicomputer e sensori) indossati su una parte del corpo della persona oppure integrati in vestiti o accessori, connessi solitamente con una o più app sullo smartphone: si pensi agli smartwatch (Apple Watch, Android Wear), agli smartcloth (dai fitness device come FiBit a t-shirt con sensori) e agli smartglass (dai più noti Google Glass ai Carl Zeiss Smartglass recentemente presentati al Ces). Rappresentano l’ultima evoluzione dei device mobile in un rapporto sempre più...

Il crm ha avuto un revamping in questi ultimi anni, grazie alla consapevolezza da parte delle aziende di avere una vista unica sul cliente, fattore diventato ormai fondamentale in strategie e piani di azione multicanale a cui le imprese non possono più rinunciare. Avere una vista unica sul cliente vuol dire integrare tutte le tracce e le informazioni che il cliente lascia in tutti i punti di contatto sia controllati dall’azienda sia non controllati direttamente...

Si è andato sempre più sostituendo l’espressione “data driven” alla parola “direct” tra chi storicamente si occupa di direct marketing, ma non tutti se ne sono accorti, e soprattutto occorre ragionare in dettaglio se si tratta di un’operazione cosmetica, nell’ottica di seguire i trend del momento (uno su tutti è quello dei big data) o di un vero cambiamento, culturale e nei modelli di business. Tradizionalmente il direct marketing raccoglie quell’insieme di strumenti e leve...

Da un paio di anni si è risvegliato l’interesse di tutto l’ecosistema di aziende e fornitori di servizi circa le opportunità del mobile in iniziative e progetti di promotion e loyalty. Spesso tuttavia si fa confusione tra gli strumenti di dematerializzazione di iniziative e formati canonici come volantini, carte fedeltà e coupon con innovazioni più profonde sia nei processi sia nei modelli di business. Tali iniziative di dematerializzazione s’inseriscono in prima battuta in meccanismi di...

In una precedente rubrica ho accennato al risveglio del digital signage in contesti d’interior design, ma in realtà il risveglio sembra più profondo e va a contaminare in maniera sempre più pervasiva quello che una volta era chiamato l’out of home, ingenuamente concepito come insieme di media, spesso banalizzati con l’affissione esterna, ora più propriamente connotati come un insieme di contenuti e contesti abilitati da una molteplicità di punti di contatto sia fisici sia digitali....

“Content is the king” è da sempre stato il mantra di chi si occupa di marketing e comunicazione, anche se recentemente da più parti si è cercato di aggiungere alcune regine, vuoi i canali vuoi i contesti. In realtà, se pensiamo di giocare a poker, la scala reale è fatta da Consumatore, Contenuto, Contesto, Canale e soprattutto dall’ultima carta che è la Coerenza. Sembra facile, a livello sia strategico sia operativo, pensare e operare con...