Migliora l’apertura dei consumatori, non la risposta delle aziende

Redazione05/10/2015

Secondo una recente indagine condotta da Aimia, azienda operante a livello internazionale nel data-driven marketing e analytics, esiste una disponibilità dei consumatori a condividere i propri dati personali, a fronte però di un miglior servizio da parte di chi utilizza le informazioni. In Aimia Loyalty Lens 2015, ricerca condotta su un campione di 20.000 intervistati in 11 Paesi tra cui l’Italia, emerge la crescente consapevolezza dell’importanza dei propri dati personali da parte dei consumatori: il 22% del campione italiano intervistato li considera “informazioni di grande valore”, verso il 16% rilevato nell’indagine 2014. Allo stesso tempo, non manca la disponibilità a condividere con le aziende dati come le proprie abitudini di consumo e acquisto o informazioni di contatto: ad esempio il 42% della “Generazione Z”, alla quale appartengono i nati dopo il 2000, e il 44% dei “Boomers” italiani, nati tra il 1946 e il 1964, sono bendisposti a fornire ai brand il proprio numero di cellulare. Questa nuova era di apertura, tuttavia, è basata su precise aspettative di valore. I consumatori infatti chiedono di ricevere in cambio offerte e promozioni personalizzate e aderenti ai propri gusti, come dichiara il 53% dei “Boomers” e il 64% dei “Generazione Z” italiani. Fino ad oggi però, per le aziende sembra tutt’altro che facile corrispondere a queste aspettative. Infatti soltanto il 7% del campione di consumatori italiani intervistato riconosce di aver ricevuto comunicazioni con proposte rilevanti come risultato della condivisione di informazioni personali con i brand. Per maggiori informazioni sul Aimia Loyalty Lens 2015 e accedere al report completo è possibile visitare la pagina www.aimia.com/en/loyalty-lens/global.html