10 trend che influenzeranno
i consumatori nel 2016

Redazione29/12/2015

Ericsson ConsumerLab ha pubblicato un rapporto che riunisce l’insieme di vari studi effettuati nel 2015 per una stima complessiva delle tendenze che dovrebbe riguardare oltre un miliardo di persone in 24 paesi. Un ulteriore sondaggio online effettuato nell’ottobre del 2015 ha coinvolto nello specifico 6.649 utenti di smartphone di età compresa tra 15 e i 69 anni di 13 grandi città in tutto il mondo, un campione rappresentativo di 68 milioni di abitanti.

Il risultato sono dieci tendenze che caratterizzeranno il comportamento dei consumatori nel 2016. Eccone una sintesi.

1. L’effetto della rete sullo stile di vita

Tutte le tendenze dei consumatori riguardano internet e la diffusione della banda larga. L’interconnessione è un dato di fatto e ha effetti diretti sui comportamenti e le abitudini: gli esempi dell’economia della condivisione di moltiplicano, con il 46% degli intervistati attivi su più di un social network, mentre il 26% ha sperimentato almeno una volta un prodotto della sharing economy (auto, casa, oggetti); addirittura il 38% dei consumatori si fida più delle recensioni non qualificate, rispetto a quelle di un esperto.

2. Streaming

E’ cresciuta in maniera esponenziale la visione di video sui vari device: nel 2011 solo il 7% degli adolescenti (16-19 anni) guardava per più di tre ore al giorno i contenuti video di YouTube; ora sono il 20% a dichiararlo e con un utilizzo predominante degli smartphone in questa fascia d’età.

3. Intelligenza artificiale e schermi

L’Intelligenza artificiale (AI) permetterà l’interazione con oggetti senza la necessità dello schermo digitale di uno smartphone: già oggi si assiste alla difficoltà per i device di reggere la carica necessaria a garantire una visione nel lungo periodo. L’uso di assistenti intelligenti per ridurre la necessità di toccare sempre uno schermo è ben vista dai consumatori e l’85 percento degli utenti di smartphone pensa che assistenti elettronici indossabili saranno una cosa comune nei prossimi 5 anni.

4. Il virtuale diviene reale

I consumatori chiedono tecnologia virtuale per le attività quotidiane: che si tratti di una mappa da consultare o di un evento sportivo da seguire, il fascino della realtà virtuale appare un must per gli anni a venire. Più della metà degli intervistati è interessato all’ipotesi di poter provare vestiti online indossandoli “virtualmente” grazie a nuove tecnologie che permettano di verificare l’impatto in 3D e altrettanti utenti di smartphone preferirebbero stampare a casa oggetti come una spugna, un giocattolo, un pezzo di ricambio, piuttosto che andare a comprarlo in negozio; addirittura il 44% si dichiara pronto a stampare in casa cibo e alimenti d’uso quotidiano.

5. Case sensibili

Nel futuro anche i mattoni usati per costruire case potrebbero includere sensori che monitorano muffe, perdite d’acqua o problemi di energia elettrica. E’ questa l’opinione degli intervistati, per i quali sarà più che normale non solo regolare a distanza temperatura e ventilazione di casa, ma ottenere informazioni dalle strutture stesse dell’edificio: l’era dell’Internet delle cose è solo agli albori.

6. Pendolari intelligenti

Con la continua urbanizzazione, il tempo medio trascorso nel traffico è in costante aumento. I pendolari vogliono usare il tempo trascorso sui mezzi di trasporto per essere produttivi, socializzare o divertirsi. Per questo motivo, è forte l’esigenza di connettività costante durante gli spostamenti. Tutto questo dovrebbe essere personalizzato alle esigenze individuali, e
l’86% degli intervistati dichiara che avrebbe utilizzato i servizi messi a disposizione per rispondere a specifiche esigenze se fossero già disponibili.

7. Chiamate d’emergenza

I social network possono diventare il modo migliore per contattare i servizi di emergenza. Il 65% dei possessori di smartphone sono interessati a un’applicazione di emergenza, che li possa avvisare se c’è una situazione di crisi o un disastro. Una persona su due crede che nel futuro i centri di emergenza saranno contattati tramite i social network piuttosto che per telefono e che l’invio di immagini e la geolocalizzazione in situazioni di bisogno sarà routine.

8. Sensori indossabili

Nel futuro sarà normale indossare sensori che misurano il nostro stato fisico, non solo sugli abiti o tramite accessori (cosa in parte già presente), ma addirittura sul corpo stesso. Otto possessori di smartphone su 10 vorrebbero ampliare le proprie percezioni sensoriali e cognitive utilizzando la tecnologia, dalla vista, alla memoria, all’udito. Oltre a miglioramenti fisici, più della metà sarebbe anche interessato a migliorare le proprie capacità di comunicazione. Uno su tre è molto interessato a impianti che contribuiscano ad aggiungere informazioni prese da internet a ciò che vedono e sentono.
9. Timore per i virus

La maggior parte degli utenti di smartphone credono che hacker e virus continueranno a essere un problema per il futuro. Sembra che il rischio faccia parte del gioco, dal momento che circa i due terzi degli intervistati ritengono che i PC, smartphone e social network continueranno ad essere sottoposti ad attacchi di hacker e virus e ben 6 su 10 sostengono che la loro fiducia non è influenzata molto da questa situazione.

10. Tutti giornalisti

I consumatori condividono più informazioni che mai e credo che aumenta la loro influenza sulla società. Attraverso la condivisione di osservazioni, opinioni e idee e commentando attivamente ciò che gli altri pubblicano on-line, i possessori di smartphone si sentono sempre più di agire come giornalisti. Il 34% degli intervistati che hanno avuto una brutta esperienza con una società a causa di una prodotto difettoso o di un servizio carente, dichiara di condividere quasi sempre l’esperienza con altri. Il 29% sostiene di leggere almeno una volta alla settimana qualche brutta esperienza avuta da altri e il 27% dichiara di condividere o pubblicare denunce contro aziende o enti che altri hanno subito. La gente è convinta che ciò possa avere un grosso effetto sulla società e per il 37% condividere online informazioni su una azienda corrotta ha un maggiore impatto che andare alla polizia.