La smart home alimenterà la behavioural loyalty

La pubblicità “Too much broccoli” di Samsung, che pubblicizza il nuovo frigo intelligente Family Hub, è entrata in questi giorni nelle nostre case strappandoci un sorriso, ma anche gettando luce sulle novità in campo IoT (internet of things) nel segmento smart home. Un mercato che vede i maggiori player scontrarsi a colpi di innovazioni e che, secondo Gartner, tra due anni sfornerà più di 20 miliardi di oggetti intelligenti e connessi.

Il problema che si pone oggi per il consumatore è l’interoperabilità tra prodotti di marche differenti, ovvero la possibilità che siano tutti collegati a un unico centro di controllo (hub) e governati in modo semplice e intuitivo con una sola app. Benché Amazon e Google abbiano già lanciato sul mercato hub come Echo e Google Home, e stretto collaborazioni con alcuni brand, molti altri, come Samsung e Candy, sono corsi allo sviluppo di strumenti proprietari che possano accogliere sia i propri prodotti sia quelli dei competitor.

Il tema più interessante dietro questa maratona è quello della proprietà e dell’utilizzo dell’enorme quantità di dati raccolti da questi touchpoint intelligenti (big data di utilizzo).

Si tratta, infatti, di informazioni sulle abitudini di consumo reali, ciascuna delle quali può essere preziosa sotto diversi aspetti: migliorare prodotti e servizi esistenti o produrne di nuovi e inviare comunicazioni mirate alle singole persone, riuscendo ad anticiparne le esigenze. Ma anche la monetizzazione dei dati, attraverso la commercializzazione a terze parti, genererà sicuramente grandi opportunità e nuove tipologie di digital business, come sta accadendo per i Dash Button di Amazon.

Ogni prodotto diventa un touchpoint, attraverso il quale attingere a un maggior numero di informazioni sui propri clienti che, attraverso piattaforme di data management e machine learning, possono essere integrate con quelle raccolte da altri touchpoint, fisici e digitali.

Ma il vantaggio per i consumatori? La partita si giocherà proprio sulla capacità delle aziende di metterli al centro delle proprie strategie di marketing bidirezionale, dove il panorama che si apre nella costruzione di contenuti e di behavioural loyalty diventa immenso.

Samsung in America ha lanciato il suo programma di loyalty che permette all’utente di guadagnare punti anche attraverso l’utilizzo delle sue app, come Samsung Health o Bixby. Quest’ultima permette di dialogare con il nuovo frigorifero intelligente e sarà probabilmente l’hub del brand per tutti i suoi oggetti smart.

Ma il mondo dello IoT non si limiterà a strumenti digitalmente nativi: presto si estenderà fino a integrarsi con i prodotti di largo consumo e ai loro packaging sempre più “intelligenti”. Un esempio? Se la salsa potesse dialogare con la cucina, che a sua volta, proprio perché si sta utilizzando una marca coinvolta nel programma di loyalty, restituisse ricette e coupon sconto da utilizzare nel punto di vendita per favorire il riacquisto del prodotto, saremmo di fronte a un nuovo concetto di loyalty in coalition? “Fantamarketing”? Restiamo connessi per vedere se diventerà realtà.

Fulvio Furbatto