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L’ultimo nato
di Wegmans, il
superstore di
King of Prussia
nell’hinterland
di Philadelphia,
propone oltre
70.000 referenze
(quasi il doppio
di un comune
supermercato
grande), soprattutto
alimentari, tra cui
800 birre (in un
reparto dedicato),
alcune migliaia di
etichette di vini e
molte centinaia di
bevande dissetanti,
oltre ai ricchissimi
banchi di carni,
formaggi e salumi.
a quelle di un nostro ipermercato.
Con oltre 70.000 referenze (quasi il
doppio di un comune supermerca-
to grande), soprattutto alimentari,
tra cui 800 birre (in un reparto de-
dicato), alcune migliaia di etichette
di vini e molte centinaia di bevan-
de dissetanti, oltre ai ricchissimi
banchi di carni, formaggi e salumi,
il King of Prussia è il nuovo arche-
tipo del punto di vendita ideale per
il cliente delle classi medie urbane
della east coast. Si rivolge, infatti,
a famiglie di consumatori dotate
di un reddito consistente (ma non
ricche per definizione) e fornite so-
prattutto di quella nuova cultura
alimentare globalizzata che rece-
pisce gli influssi delle melting pot
metropolitane di questi stati. Sono
luoghi, questi, verso cui affluisco-
no in quantità sempre maggiore
specialità e marche di ogni parte
del mondo per una popolazione co-
smopolita, dando luogo a processi
antropologici tuttora poco studiati
e poco compresi. Qui nascono le
tendenze e le mode alimentari più
rilevanti, anche per noi europei.
Stiamo dunque parlando di una ca-
tena che primeggia da anni in ogni
classifica: da quelle delle aziende
in cui è più bello lavorare a quel-
le delle imprese più innovative e
profittevoli, sino a quelle che ne
giudicano la qualità di prodotti e
servizi.
Per capire tutto questo occorre però
fare un passo indietro e risalire al
1916 quando, a Rochester (NY), i
bisnonni dell’attuale ceo Danny
Wegman iniziarono la loro attività
come fruttivendoli (un tratto co-
mune a molte famiglie di retailer).
Rimasta per vari decenni un’azien-
da commerciale d’impostazione
familiare come tante altre, la sua
saga ebbe inizio grazie a Robert
Wegman nei tardi anni ‘40. Robert
iniziò a trasformare la sua piccola
realtà di 350 dipendenti in quella
che oggi è la 55esima azienda to-
talmente privata degli Usa e in cui
lavorano oltre 42.000 dipendenti,
con un fatturato di oltre 6 miliardi
di dollari. Fu la trasformazione dei
negozi tradizionali in punti di ven-
dita a self service a mettere in moto
un processo espansivo che risulta
ancor più strabiliante se si consi-
dera la coerenza con cui Wegmans
ha perseguito la sua missione. L’in-
segna non ha mai abbandonato, an-
che in momenti difficili per tutti,
alcuni valori fondanti ereditati dai
suoi esordi: il rispetto per i propri
clienti, per le loro comunità e per il
proprio personale. Il tutto si è tra-
dotto in una produttività maggiore
del 50% rispetto alla media nazio-
nale e in un bassissimo turnover
del personale (6% degli occupati a
tempo pieno contro una media del
19% e il 28% contro il 79% dei di-
pendenti part-time). Questa stabili-
tà gestionale costituisce oggi un in-
dubbio punto di forza riconosciuto
da tutti i competitor. Ciò non esclu-
de peraltro una grande propensio-
ne all’innovazione tecnologica.
Nel 1974, per esempio, Wegmans
fu, assieme a Marsh, una delle pri-
me insegne a introdurre i costosi e
problematici pos scanner, che tanta
parte avrebbero avuto nella “gro-
cery revolution” americana. Nel
1990 propose alla propria clientela
gli electronic discount e da subito
comprese il potenziale di internet
e dei nuovi media. Oggi, per esem-
pio è possibile fare acquisti on line
molto facilmente grazie a un crite-
rio che s’ispira, in modo originale,
allo store layout del proprio nego-
zio preferito. Nel 2002, Wegmans,
per prima, introdusse il sistema di
sterilizzazione mediante irradia-
zione della carne fresca con il pro-
prio marchio. Nel 2007 inaugurò la
Wegmans’ Organic Research Farm,
situata nei pressi del Canandaigua
Lake e ideata allo scopo di poten-
ziare al massimo i nuovi criteri di
agricoltura sostenibile. Nel 2010
ha lanciato anche Wegmans iPho-
ne e un blog molto vivace chiamato
Fresh Stories.
Un’attenzione particolare va quin-
di dedicata alla gestione del per-
sonale che ha reso famosa questa
insegna. La cura delle relazioni in-
dustriali risale in realtà agli anni
‘50, quando R. Wegman introdusse
un particolare sistema di incentivi
e di relazione con i propri dipen-
denti: un approccio che venne poi
perfezionato nel tempo. La proprie-
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settembre 2012