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inCo sta per Winning Company: un programma certa-
mente ambizioso soprattutto per un’azienda della di-
stribuzione la cui proprietà è nelle mani dei dipenden-
ti. Al pari di Publix, anch’essa partecipata da chi vi
lavora e che opera in Florida e nell’estremo sud-est degli Usa, WinCo
dimostra quanto sia complesso lo scenario statunitense, il quale non
può essere ridotto agli stereotipi sul “capitalismo selvaggio” a cui
siamo abituati. WinCo Foods non è una piccola cooperativa come
tante. Figura al numero 266 delle aziende private americane: una
posizione niente affatto disprezzabile.
La sua saga ebbe inizio nel 1967 a opera di due retailer dell’Idaho:
Ralph Ward e Bud Williams. Waremart era il nome del loro primo
discount alimentare; a esso si aggiunse progressivamente un certo
numero di Cub Foods, un’insegna che oggi fa parte del megagruppo
Supervalue. Sino al 1985 la storia dell’insegna registrò una crescita
progressiva e concentrata negli stati del Far West. In quell’anno però
ebbe luogo la svolta decisiva. L’Employee Stock Ownership Trust
(il fondo pensioni dei suoi dipendenti) presentò alla proprietà la
richiesta di acquisire la compagnia affidandola all’allora direttore
generale Bill Long. La famiglia Ward accettò l’offerta e l’azienda, da
allora in poi, ebbe come socio di maggioranza la rappresentanza del
proprio personale. Contrariamente alle aspettative negative, la com-
pagnia iniziò una crescita accelerata che la rese un caso da manuale.
Oggi ha infatti un ruolo rilevante nel comparto delle cosiddette big
boxes specializzate nell’alimentare, pur essendo il suo raggio d’azio-
ne limitato alla costa ovest degli Stati Uniti.
Nel 1999 avvenne anche il cambio d’insegna con l’adozione del
Punti di vendita sopra i 10.000 mq, aperti 24 ore
al giorno 7 giorni su 7, capaci di coniugare
vendita massificata e prezzi competitivi come
i warehouse, ma anche di fornire servizi
WinCo, abbondanza
prezzo e servizio
Osservatorio Popai
di Daniele Tirelli*
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SPAZI
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novembre 2012