il Gordon Ramsey o il Guy Savoy
e altri gestiti da chef quali Bobby
Flay e Wolfgang Puck.
La singolarità di questo mall risie-
de senza dubbio nel suo design,
ancor oggi assolutamente unico
nel suo genere. L’assenza totale di
luce esterna rende il suo percorso
particolarmente suggestivo. Ogni
scorcio e ogni ambientazione ri-
sponde infatti a una regia teatrale
che prescinde da ogni riferimento
temporale. La penombra perma-
nente che caratterizza il luogo nel-
la sua struttura cavernosa che si
sviluppa lungo un tracciato quasi
lineare, ma reso leggermente tor-
tuoso, è finalizzata a indirizzare
l’attenzione sulle vetrine luminose
dei vari negozi. Questa soluzione
sfrutta inoltre il frequente cambia-
mento delle prospet-
tive enfatizzate dagli
slarghi di quattro
piazze disposte lungo
il percorso. L’organiz-
zazione degli spazi è,
in sostanza, tesa a ri-
costruire le atmosfere
di una Roma attuale
immaginaria e sovra-
rappresentata dalle
iperboli visive costi-
tuite da diversi punti
di entertainment. Il
riferimento più im-
mediato è, per esem-
pio,
all’incredibile
rappresentazione del-
le divinità romane ro-
botizzate, con giochi
d’acqua e di luce che
si ripete in una di que-
ste piazze, in determi-
nate ore del giorno. Al
di là dell’improbabile
melange di riferimen-
ti citati, questo spetta-
colo attira infatti sempre una fol-
la entusiasta, suggestionata dalla
lunga serie di effetti speciali pre-
visti.
Quel che più stupisce l’osservatore
professionale è, tuttavia, l’abilità e
la lungimiranza con cui quest’ope-
ra, che qualcuno definirebbe “fol-
le”, è stata concepita e realizzata.
Forum Shops esprime e concentra
in sé, infatti, tutti i fattori chiave
di un duraturo successo di un mo-
derno shopping center di alta gam-
ma: dalla perfetta location (sulla
celeberrima Las Vegas Boulevard)
all’affermazione di un’identità
unica e inimitabile, dalla capacità
di veicolare messaggi in linea con
il clima amato e vissuto dal visita-
tore di Sin City alla gestione accu-
rata della shopping experience in
una scintillante cornice generatri-
ce di un’eccitazione permanente e
contagiosa.
* Presidente di Popai Italy
e nella commistione di eleganza
e raffinatezza fuse in un contesto
esteticamente “scandaloso”. È un
tentativo di mimesi della “città
eterna” riprodotta attraverso una
sintesi estrema, semplificata e iro-
nica, conosciuta anche con il nome
di “make-believe historical archi-
tecture”. Basti pensare infatti al
tempietto “neoclassico” di Gucci
o al palazzetto di Louis Vuitton. Il
tutto sotto l’azzurro cielo italiano
artificiale proiettato sulla volta del
mall e rispecchiato dalla lucida
pavimentazione di finto porfido ro-
mano. Questa teoria di negozi pre-
stigiosi, tra cui un ammiratissimo
Ferrari store e uno H&M davvero
spettacolare, è completata da oltre
a 17 ristoranti di alta classe tra cui
L’azzurro cielo italiano arti ciale è proiettato
sulla volta del mall e rispecchiato dalla lucida
pavimentazione di nto por do romano.
L’atrio, che scandalizza i puristi e disistimatori
di questo kitsch scenogra co, presenta arcate
e gigantesche cariatidi, una grande
vasca mosaicata e soffitti a cassettoni.
i
n
s
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SPAZI
68
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marzo 2013
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