Food, l’Italia piace sull’etichetta. Ma anche le regioni

Anche nel settore food il tricolore è fortemente apprezzato. Lo conferma l’ottava edizione dell’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy. Tra i circa 115.000 prodotti del largo consumo analizzati nel corso dell’anno terminante a giugno 2020, sono più 21.000 quelli che presentano in etichetta un richiamo all’italianità e/o alla regionalità. Con oltre 8,1 miliardi di euro di vendite, questi prodotti sono cresciuti del 6,3% rispetto ai 12 mesi precedenti, ritagliandosi una larga fetta (il 25,6%) dell’offerta complessiva food di supermercati e ipermercati.
Tutti i claim, indicazioni geografiche europee e bollini individuati da Osservatorio Immagino registrano un aumento delle vendite, eccezion fatta per il claim “prodotto in Italia”, che rimane sostanzialmente stazionario (-0,8%); in particolare, nel caso dei prodotti dop e del claim “100% italiano” la crescita è rispettivamente del 12,3% e del 9,4%.

Gli alimentari che riportano in confezione un riferimento esplicito all’italianità sono uno su quattro. Uno su dieci riporta invece la sua origine regionale: è questo il caso di oltre 8.600 prodotti, che durante l’anno preso in esame sono cresciuti del 5% realizzando oltre 2,4 miliardi di euro di vendite. Tra le regioni menzionate in etichetta il Trentino-Alto Adige si riconferma primo della classe, seguito da Sicilia, Piemonte ed Emilia-Romagna; ottime anche le performance in classifica del Molise (+28,7%), della Liguria (+15,6%) e della Calabria (+13,1%).

Alberto Gerosa

Alberto Gerosa (Milano, 1974) è giornalista, slavista e soprattutto collezionista. Non solo di penne stilografiche e vecchi libri illustrati ma anche e soprattutto di esperienze. L’elenco di queste ultime è stato piacevolmente allungato dalle trasferte per conto di Promotion, da Barcellona ad Amsterdam passando per Disneyland alla scoperta degli arcani della fidelizzazione.