Voglia di smart home

Con una situazione pandemica apparentemente sotto controllo, una prospettiva di crescita nei consumi (anche per effetto dei vari bonus, quello della tv tra tutti), ma anche con timori per gli aumenti del costo dell’energia, abbiamo voluto indagare la propensione all’acquisto dei consumatori di elettrodomestici, accessori e servizi per la casa, con un particolare interesse alla loro connotazione smart: l’evoluzione tecnologica permette infatti il controllo da remoto di molteplici prodotti (che nascono connessi o possono diventarli) e ciò, oltre che semplificare la vita, può contribuire anche a far risparmiare denaro e tempo. La pensano così almeno gran parte degli intervistati, in particolare gli uomini (che condividono questi concetti con un voto medio di 4,08 su una scala di 5) rispetto alle donne (voto medio 3,8).

La casa smart sarà un tema centrale per il 48,3% degli italiani; anche in questo caso un’opinione più maschile (56,7%) che femminile (46,6%). Sono questi i primi elementi che emergono dall’indagine implementata nella seconda metà di settembre e condotta con metodologia cawi su un panel di circa 1.500 responsabili d’acquisto rappresentativi delle famiglie italiane: guardando alle diverse generazioni, i millennial (i nati tra il 1981 e il 1995) rappresentano il gruppo più esteso (36%), seguiti dai baby boomer (1946- 1964, 32%), dagli appartenenti alla generazione X (1965-1980, 29%) e infine dagli appartenenti alla generazione Z (nati dal 1996 in avanti, 3%). Abbiamo chiesto innanzitutto quali sono i più desiderati tra i prodotti e i servizi tecnologici pensati per un uso domestico, presentando agli intervistati una lista di opportunità tra cui scegliere: vi abbiamo incluso – a titolo di confronto – anche gli smartphone, da sempre bestseller in questo periodo dell’anno, insieme agli abbonamenti a pay tv e Amazon Prime, considerando questi “nuovi bisogni” d’uso domestico.

La smart tv, anche grazie al contributo rottamazione offerto dallo stato, risulta il dispositivo in cima alla classifica (33% delle preferenze), nonostante in primavera non siano mancati altri periodi “push”, come gli Europei di calcio e le Olimpiadi, che hanno spinto a nuovi acquisti. Seguono gli smartphone (22%), i piccoli elettrodomestici da cucina (20%) e i grandi elettrodomestici (13%). Da segnalare l’intenzione prettamente maschile – rispetto al dato generale – d’implementare un sistema di sensori per la gestione della climatizzazione smart (6,8% rispetto a un dato complessivo del 2,6%), ma anche per rilevare la qualità dell’aria (5,5% contro 3%), o di acquistare un purificatore d’aria (8,1% contro 6,6%). Viceversa appare molto evidente la riduzione dell’interesse verso la pay tv (4,8%) in favore di Amazon Prime (5,6%), complice la forte evoluzione dei contenuti sportivi – Champions League in primis – come catalizzatore d’interesse.

È stato poi chiesto quali elettrodomestici o applicazioni si desidererebbe connettere da remoto. Anche se nell’immaginario collettivo degli ultimi anni è spesso il frigorifero a essere identificato come l’elettrodomestico principe per la connessione smart, il valore di preferenza dato dai rispondenti a questo apparecchio (20,5%), pur rimanendo rilevante, è ampiamente superato da quello riservato alla lavatrice (43,2%), che si conferma anche sotto questo aspetto regina della casa. Vince comunque la gestione da remoto del clima e del riscaldamento (54,3%) seguita da quella di illuminazione (45,9%) e finestre (30,8%), tutte scelte trainate oltre che dalla presenza degli ecobonus anche dall’impatto economico che ci si aspetta da tali soluzioni domotiche. Il segnale che giunge nel complesso è il riconoscimento da parte dei rispondenti – soprattutto quelli di età superiore ai 35 anni – dell’importanza delle soluzioni smart in un’ottica di risparmio, piuttosto che di gadget tecnologico fine a se stesso. Anche per questo motivo si registra un’elevata propensione all’acquisto (32,3%) o comunque un interesse (35,5%) nei confronti di soluzioni che permettano di migliorare il comfort di casa, regolando temperatura, salubrità e condizionamento dell’aria.

Il momento prescelto per fare questo tipo di acquisti sarà per il 70% degli intervistati fine novembre, in concomitanza con il Black Friday e il Cyber Monday, mentre per quanto riguarda il canale preferito, la scelta tra l’online e il negozio fisico è ancora determinata principalmente dall’età del consumatore, con i più giovani che prediligono il digitale e i più maturi il canale fisico. A prescindere dalla classe di età, i criteri di preferenza dell’online sono legati alla convenienza (52%), all’assortimento più profondo (18,4%) e al maggior numero di promozioni (11%). Il negozio resta invece preferito per quanto riguarda la possibilità di provare il prodotto (26,5%) – anche nel caso in cui si sia già deciso di comprarlo online (nel 6,5% dei casi) – e di farsi assistere nella scelta (24,2%); non manca chi sceglie il punto di vendita fisico perché lo considera più etico (10,8%) e chi dopo aver letto le recensioni online si reca in negozio a fare l’acquisto per godere di un momento di evasione dalle mura domestiche (10,5%).

Antonio Pagani e Giovanni Augusti

Antonio Pagani, esperto di shopper marketing, vanta una lunga carriera nel mondo della comunicazione in contesti nazionali e internazionali come Fininvest, Telecom, Rcs e diverse sigle del Gruppo Wpp. Da qualche anno è alla guida di Gruppo Fma, the engage agency e ha fondato l’Osservatorio Shopper Marketing per monitorare i cambiamenti nei comportamenti di acquisto dei consumatori italiani. Giovanni Augusti è vicepresidente e direttore del comitato tecnico dell'Osservatorio Shopper Marketing, ha una profonda esperienza nazionale e internazionale maturata in Carrefour, per il retail, e in Vitec (Manfrotto) nel gotomarket fisico e digital, per l'industria tech.