L’insostenibile incertezza delle norme sulle manifestazioni a premio

Gianni Tomadin30/05/2013

Pochi giorni fa alla radio, ascoltando l’intervista all’amministratore delegato di una nota multinazionale, ero in attesa delle solite ovvietà riferite ai problemi dell’Italia: il carico fiscale, l’eccessiva burocrazia, la corruzione ecc.. Sono rimasto invece colpito dalla sua risposta, che sintetizza efficacemente uno degli aspetti più problematici del nostro paese: “l’incertezza della legge, ovvero la complessità dei tempi, delle sanzioni, delle procedure”.

Caliamoci nel nostro mondo delle manifestazioni a premio e riflettiamo sulla disciplina vigente che le regola attraverso il dpr 430/2001. Dopo 12 anni dall’entrata in vigore sarebbe lecito aspettarsi una normativa ampiamente definita e di facile comprensione, contrariamente alla realtà che vede le aziende soggette a una lunga serie di adempimenti burocratici non riscontrabili in altri paesi Ue con il rischio latente di essere sanzionati a causa di circolari ministeriali nuove o diverse interpretazioni ministeriali della legge.

Per esempio qualche anno fa molte aziende furono obbligate a fare i conti con un repentino cambio d’interpretazione ministeriale che decise di vietare l’uso delle carte di pagamento prepagate. Considerando che molte aziende sviluppano attività promozionali internazionali o attraverso social media, in constante evoluzione, i dubbi interpretativi continuano ad aumentare. Ecco che in questa situazione, gli specialisti di concorsi e operazioni a premio devono essere molto preparati sulla normativa e sempre aggiornati sulle molte variabili interpretazioni ministeriali.

La recente eliminazione del call center ha complicato il rapporto tra aziende e ministero. La mancanza di recenti circolari ministeriali o faq sono la conferma dell’attuale situazione. Paradossalmente, nonostante l’evidente necessità di un aggiornamento legislativo, l’unico recente intervento è stato fatto per esigenze di “cassa” con misure intraprese per reperire fondi a favore dei terremotati in Abruzzo. Attraverso l’introduzione di un preavviso di 15 giorni prima di poter iniziare un concorso a premi che porta molte aziende a pagare la sanzione per 872 euro. E attraverso l’incremento della sanzione per manifestazione vietata, portata all’importo massimo di 500.000 euro. In pratica il piccolo esercente o blogger che mette in palio un premio anche di qualche centinaio di euro rischia una sanzione sproporzionata.

Rimane il problema ben delineato dall’ad della multinazionale. L’incertezza legislativa dovrebbe essere dissipata da una revisione normativa. Nell’attesa, ci auguriamo la dirigenza ministeriale posso aiutare le imprese italiane con delle interpretazioni in linea con i tempi e con quello che succede nel resto d’Europa.

Gianni Tomadin – gianni@concorsiepremi.it

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