Di design vivono le promozioni

È curioso come nella lingua italiana il termine “design” sia stato recepito e venga usato per indicare il prodotto finale, mentre nella lingua originale prevale il significato di progetto, di atto creativo. In effetti il design è proprio un articolato processo in cui entrano in gioco elementi tecnici, strutturali, di conoscenza dei materiali e delle loro potenzialità espressive per essere asserviti alla creatività e al fine ultimo della progettazione: la concreta realizzazione di un oggetto, riproducibile all’infinito, dotato di senso, che potrà appunto espletare una o più funzioni e la cui forma, sostanza, colore ne rappresenteranno l’identità. Tutti elementi che concorrono a rendere l’oggetto desiderabile, quando trovano un perfetto punto di equilibrio, o al contrario lo relegano nell’oblio immediato e nel rifiuto.

Non si è mai data sufficiente importanza e il giusto rilievo al design nel settore delle promozioni e, in particolare, nel merchandising museale, ancor più sensibile al confronto con le opere d’arte di cui deve far perdurare l’emozione e nobilitare il ricordo. In questo numero di Promotion Magazine vogliamo portare in primo piano il design attraverso un’intervista a una prestigiosissima istituzione, il Museum of Modern Art di New York, che del merchandising museale ha fatto la sua cifra identificativa in tutto il mondo, creando ben tre punti di vendita a New York, un catalogo di vendita per corrispondenza e siti per e-commerce in Usa, Giappone e Corea. Un esempio di successo che è possibile replicare anche in Italia poiché abbiamo tutta la sapienza produttiva necessaria e la creatività che viene formata in prestigiose sedi come la Facoltà di Design del Politecnico di Milano. Proprio con questa istituzione ci proponiamo di iniziare un percorso, già dai prossimi mesi, per approfondire ogni aspetto del design che riguarda il mondo delle promozioni, dal gadget tecnologico a quello puramente ludico, dal prodotto di alto standard qualitativo a quello seriale in materiali riciclati, dall’oggetto promozionale strettamente funzionale al “give-away” che veicola un brand. L’extra gain, il cui conseguimento sprona il consumatore ad aderire a un lungo schema di fidelizzazione o lo muove d’impulso a preferire un’offerta, si identifica essenzialmente con l’oggetto promozionale. E se non è di design che extra gain è?

Osvaldo Ponchia