Home sweet home working

Luca Finetto10/07/2020

Ci sono mancate le tracce di umana presenza: la chiacchiera alla macchinetta del caffè, la risata contagiosa e il “giramento” vorticoso per un intoppo. Da casa, per molti il lavoro è continuato e sono emersi palesi i contro, a cominciare dai costi. Se il pc e la connessione sono stati forniti dall’azienda, l’energia elettrica l’ha messa il lavoratore, così come la più o meno fortuita postazione di lavoro. Pazienza se la sedia e il tavolino non erano a norma Inail per evitare posture che danneggiano la schiena. Pazienza per gli schiamazzi dei figli “ai domiciliari” o per chi tentava di rubare la connessione.

Si è scoperta la fragilità digitale del paese, l’inadeguatezza dell’home working per certe mansioni e settori. Tutti hanno sperimentato il senso di costrizione e la mancanza di gratificazioni. Alcune aziende potrebbero chiedere di continuare a lavorare da casa, ci sarà però da organizzare seriamente questa modalità e ci sarà da progettare un sistema di reward adeguato. Le persone non vogliono sentirsi una propaggine dell’azienda, hanno bisogno di legami, considerazioni, condivisioni. Si apre una nuova branca nell’incentive.

Luca Finetto

Oltre quindici anni di esperienza nel mercato promozionale, ha gestito con successo l’attività nel canale di brand come Armani, Fiorucci, Fossil, Moulinex, De’Longhi, Atala, Antinori, Breil. Oggi di Ops!, Usag, G3Ferrari, Black&Decker...