Il mercato del Cloud italiano continua a consolidarsi

Redazione09/10/2023

Nel 2023 il mercato Cloud italiano si sta consolidando con un tasso di crescita del +19% e un valore complessivo che raggiunge i 5,51 miliardi di euro. A trainare la crescita sono in particolare i servizi infrastrutturali (Iaas), che raggiungono i 1,511 miliardi di euro (+29% sul 2022), arrivando a parimerito con la quota rappresentata dai servizi software (Saas), storicamente più diffusi.

È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation, giunto alla sua tredicesima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

“L’andamento dell’inflazione – spiega Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation – non ha rallentato la spesa delle grandi imprese in Cloud: la precedente allocazione dei budget delle grandi imprese su progetti strategici pluriennali, caratterizzati da contratti a tariffe bloccate, ha contribuito a mitigare gli effetti del rialzo dei prezzi sull’anno in corso. Inoltre, gli ingenti investimenti dei grandi Cloud provider nel mercato italiano dei data center agiscono come indicazione di una crescente domanda per questi servizi”.

In continuità con gli scorsi anni, è la componente public Cloud & hybrid Cloud a registrare la dinamica di crescita più significativa, con una spesa di 3,729 miliardi di euro e una crescita del +24% sul 2022. Tra le altre componenti della spesa complessiva Cloud, il virtual & hosted private Cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, raggiunge 1,034 miliardi di euro (+9%) mentre la data center automation, ossia la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +10% per un totale di 748 milioni di euro.

In particolare, all’interno del public & hybrid Cloud, lo Iaas (i servizi infrastrutturali) registra la dinamica principale, raggiungendo il valore di 1,511 miliardi di euro (+29% sul 2022) e arrivando a pesare il 41% nel mix complessivo. Grazie soprattutto alle virtual machine (strumento abilitante per sviluppare nuovi servizi come quelli legati all’intelligenza artificiale generativa) la quota dei servizi è ormai vicino alla quota rappresentata dai servizi Saas.

Segue in termini di crescita il Paas, che registra un +27% per un totale di 686 milioni di euro, spinto dalle opportunità legate alle funzionalità di artificial intelligence e analytics e dalle iniziative strategiche di modernizzazione del parco applicativo. Infine, il Saas, in crescita del +19%, raggiunge un valore complessivo di 1,532 miliardi di euro.

A oggi la spesa Cloud italiana è rappresentata per l’87% dalle grandi imprese, che hanno raggiunto una consapevolezza sulla necessità di indirizzarla non solo verso l’adozione di nuovi servizi digitali, ma anche verso il consolidamento di quelli esistenti. Le pmi, tuttavia, sono un comparto in crescita: grazie a iniziative sistemiche, come i fondi del Pnrr, la spesa in public Cloud si attesta nel 2023 a 478 milioni di euro in crescita del +34% rispetto al 2022.

La “nuvola” è ormai pervasiva nelle grandi imprese, dove mediamente oltre la metà delle applicazioni aziendali (51%) oggi risiede nel Cloud. Tuttavia, le sfide principali per una reale trasformazione delle modalità con cui le aziende fruiscono la tecnologia non sono terminate.

A questo si aggiunge la necessità di un cambiamento culturale. Ancora oggi, quasi due organizzazioni su tre (63%) dichiarano di misurare l’apporto del Cloud al business dell’azienda in base al risparmio sui costi rispetto a una configurazione on-premise. Questo dato è espressione di una cultura organizzativa diffusa: invece di guardare al Cloud come una leva di efficacia nell’accelerare la digitalizzazione e l’innovazione, lo si adotta come mezzo di puro efficientamento, alimentando una narrazione che inibisce la vera trasformazione.

Il cloud impone nuove modalità di gestione dei sistemi informativi che si adattino alle logiche di fruizione as-a-service. La revisione dei processi di it financial management, oggi prioritari per le imprese, potrebbe rappresentare un primo passo fondamentale da cui partire nella sperimentazione di nuove modalità di lavoro tra direzione it e business.

Per farlo, è possibile ispirarsi a paradigmi collaborativi come il FinOps, ormai best practice internazionale, che favorisce una maggiore responsabilizzazione dei dipendenti e identifica spazi di efficientamento nell’uso delle risorse. Purtroppo però, quasi tre quarti delle imprese italiane (74%) continua a gestire le risorse e i costi del Cloud secondo le logiche tradizionali dei sistemi on-premise che mal si adattano alla variabilità e dinamicità dei modelli di pricing del Cloud.

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