Le aziende devono custodire la riservatezza dei dati

Marco Maglio14/12/2016

Nel mondo anglosassone è da tempo uno slogan conosciuto dai dipendenti di grandi aziende e organizzazioni multinazionali: Think Privacy. È un messaggio che invita a moderazione e cautela chi usa informazioni aziendali. Viene diffuso nei luoghi di lavoro attraverso manifesti, volantini, gadget vari, tutti personalizzati con questa formula, che fa riflettere sull’importanza che la protezione dei dati personali assume nella vita di tutti i giorni. Sono campagne di comunicazione interna che diffondono la cultura della riservatezza per l’utilizzo dei documenti e delle banche dati aziendali. Gestire senza cura i dati di un cliente, di un fornitore, di un collega significa mancare di rispetto a queste persone e può causare danni irreparabili per l’azienda. Le conseguenze negative determinate dall’abuso delle informazioni riservate sono costituite dalle possibili sanzioni che i titolari del trattamento possono essere costretti a subire. Con le nuove norme introdotte dal Regolamento generale europeo sui dati personali, che sarà operativo in tutta l’Unione Europea dal 2018, le sanzioni previste per illecito uso dei dati personali possono arrivare fino al 4% del fatturato mondiale per un gruppo multinazionale e fino a 20 milioni di euro per una singola azienda. Ma i danni riguardano l’immagine dell’azienda e la sua reputazione: una società che tratta male i dati è una società che dimostra di essere disorganizzata e disattenta, irrispettosa e pericolosa: un’azienda da evitare per lavoratori, clienti, prospect.

Le aziende hanno compreso che i dati sono la “materia prima” della new economy: occorre custodire con cura questo patrimonio, prevenendo azioni che possono metterlo a rischio. Da qui è nata l’idea di svolgere vere e proprie campagne di comunicazione interne che rendano concrete le linee guida che gli uffici legali aziendali pubblicano per imporre procedure di sicurezza. L’idea è piaciuta alle istituzioni e, nel Regno Unito, l’Information commissioner office, la locale autorità per la protezione dei dati personali, ha diffuso un toolkit, rivolto soprattutto alle piccole e medie imprese (perché il tema riguarda tutte le aziende), che spiega come gestire queste campagne di comunicazioni interne. È nato un consorzio non profit che aiuta imprese ed enti a divulgare questi materiali (tutti i dettagli sono nel sito www.thinkprivacy.org).

E negli altri paesi cosa succede? L’iniziativa inizia a diffondersi e già si segnalano molte imprese che hanno deciso di cimentarsi in questa campagna. Sotto l’egida dell’Osservatorio europeo sulla Data Protection per il prossimo 28 gennaio (Giornata europea della Protezione dei dati personali) verranno lanciate iniziative analoghe a quella inglese. In Italia lo slogan prescelto sarà “Pensa ai dati!”. Speriamo che l’effetto di questo invito sia compreso in tutta la sua importanza. Basta poco per rispettare le persone con le quali entriamo in contatto sul luogo di lavoro. La vera privacy comincia da ognuno di noi.

Marco Maglio

Avvocato in Milano, nel 2001 ha fondato lo Studio Legale Maglio & Partnes che fin dalla sua costituzione fornisce assistenza legale specialistica a primarie aziende nazionali e a Gruppi multinazionali, ad Enti pubblici e ad Organizzazioni non profit nell’ambito della data protection, dell’adozione di modelli organizzativi e di codici etici, del diritto del marketing, della prevenzione delle pratiche commerciali scorrette nella comunicazione commerciale interattiva, nel commercio elettronico, nel telemarketing e nelle vendite dirette. Nel 2002 ha fondato Lucerna Iuris, network giuridico formato da legali di tutti i paesi dell’Unione Europea esperti di questioni di privacy, marketing e di comunicazione.