L’importanza di investire in comunicazione

Redazione18/07/2013
Andrea Cornelli CEOceo Ketchum Italia
Andrea Cornelli ceo Ketchum Italia

Maggiore orientamento alla comunicazione internazionale, ma scarse strutture e strategie, minore divario digitale trans-generazionale e integrazione dei social media nel media mix dell’organizzazione: sono questi i principali risultati emersi dall’European communication monitor (Ecm), la più importante indagine internazionale condotta su un panel di oltre 2.700 professionisti della comunicazione di 43 paesi europei, giunta quest’anno alla settima edizione.

Realizzata da Euprera (European public relations educations and reaserch association) e Eacd (European association of communication directors), con il supporto di Ketchum, l’indagine evidenzia come per sette professionisti su dieci la comunicazione internazionale è parte dell’attività quotidiana e diventerà molto più importante nei prossimi tre anni. Tuttavia, solo una minoranza di aziende europee ha predisposto strutture e programmi adeguati per la comunicazione internazionale; in Italia lo dichiara solo il 44.6% dei professionisti, rispetto a una media europea del 47.3%, a dimostrazione che c’è spazio di miglioramento in questo campo.

“Le specifiche culture aziendali di leadership costituiscono la maggiore sfida allo sviluppo di strategie di comunicazione cross border”, sostiene Andrea Cornelli, ceo di Ketchum Italia sottolineando in particolare come “Due ulteriori importanti aree da sviluppare sono rappresentate dalle mobile app e dalle attività con le comunità online, per le quali lo studio rivela un ampio divario tra importanza percepita ed effettiva attuazione”. Secondo i professionisti di comunicazione, social network o community online, video online, mobile app, microblog e photo-sharing  sono i principali strumenti di comunicazione “social”, ma rispetto alla precedente edizione, per la prima volta non cresce l’importanza percepita dei social media – come Twitter e Facebook; infatti, il 73% degli intervistati concorda che le comunità online rappresentano una parte integrante del portfolio di comunicazione di un’azienda, il 55% crede nel valore di Twitter e il 39% nel weblog, ma si tratta di valori in aumento con un tasso di crescita inferiore a quello del 2012. Questo dato può quindi essere letto come progressiva integrazione dei social media nell’ambito del media mix dell’organizzazione e della gestione della comunicazione.

Per quanto riguarda il comportamento di comunicazione “trasgenerazionale” (tra nativi digitali, considerati sotto i 30 anni, e la fascia over 30) sembra che il divario digitale tra le generazioni stia diminuendo, almeno nell’esperienza dei professionisti della comunicazione. Tuttavia i nativi digitali sono percepiti come più interattivi – come riportato dall’89% dei professionisti – più coinvolti nella comunicazione (76%), e chiedono maggiori feed-back (75%).