L’Europa spera nella ripresa
grazie ai primi segnali di crescita

Redazione22/10/2013

Sono stati pubblicati i dati dell’indagine GfK sul Clima dei consumi in Europa per il terzo trimestre del 2013, una panoramica sullo sviluppo delle aspettative economiche, di reddito e della propensione agli acquisti fra i consumatori di 14 Paesi europei.

A livello generale, l’Europa è attraversata dalla speranza che il peggio della crisi sia stato superato e che l’economia stia lentamente iniziando a recuperare. L’economia dell’Unione europea ha registrato un’ulteriore lieve crescita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. I livelli di crescita più considerevoli si sono registrati in Francia, in Germania, in Portogallo e nel Regno Unito, e sembra che anche le economie dell’Italia e della Spagna, seppure ancora in contrazione, siano in leggero recupero. In Francia, il disavanzo del commercio estero si è azzerato e la Grecia è arrivata in un territorio positivo. In Portogallo, per la prima volta in due anni, si è registrata una diminuzione del numero di disoccupati.

Italia: debito e disoccupazione freni alla ripresa

Quest’estate, in Italia si intravedeva la fine della recessione. Anche se l’economia continuava a contrarsi per l’ottava volta successiva, il suo valore risultava essere la metà rispetto a quanto si temeva, attestandosi al solo −0,2%. A giugno, la produzione manifatturiera è cresciuta per il secondo mese successivo dello 0,3% e l’indice PMI (Purchasing Managers Index) del settore industriale ha raggiunto, a luglio, il suo livello più alto da più di due anni. Per la prima volta, in più di 14 mesi, le vendite al dettaglio hanno recentemente registrato una crescita, così come sta anche migliorando l’atteggiamento dei consumatori nei confronti degli acquisti. Malgrado questo, il traguardo di una possibile ristrutturazione del bilancio statale, uno dei più grossi problemi degli italiani, insieme alla disoccupazione, appare ancora lontano.

Aspettative economiche: gli europei confidano in una ripresa economica, gli Italiani un po’ meno

In quasi tutti i Paesi, le aspettative economiche sono chiaramente orientate verso l’alto; solo in Grecia e in Italia si registra una stagnazione. Fra luglio e settembre, i livelli di crescita maggiori si sono registrati in Austria, nella Repubblica Ceca e in Francia. Attualmente, il valore più basso dell’indicatore lo si trova in Grecia (−41,1 punti), in Italia si è assistito a un lieve miglioramento (−34,8 punti) mentre in Polonia è stato registrato un aumento significativo (−29,5 punti), anche se, nel complesso, si tratta del terzo valore più basso. Nei prossimi mesi ci si aspetta un miglioramento delle condizioni economiche nel Regno Unito (19,2 punti), in Germania (10,7 punti) e in Austria (6,7 punti).

Aspettative di reddito: i consumatori non si attendono ulteriori diminuzioni di reddito

Anche l’indicatore delle aspettative di reddito è sensibilmente migliorato in quasi tutti i Paesi. È fermo a un livello estremamente alto in Germania e a uno estremamente basso in Grecia. Negli ultimi tre mesi, l’indice delle aspettative di reddito è diminuito solo in Olanda. I valori più bassi si sono registrati in Grecia (−46,8 punti), in Olanda (−42,7 punti) e in Francia (−42,1 punti), mentre quelli più alti sono stati rilevati in Germania (33,7 punti), nella Repubblica Ceca (16,5 punti) e in Austria (15,1 punti). Negli ultimi mesi l’Italia ha visto un miglioramento delle proprie prospettive economiche. Anche se le aziende non sono ancora fuori pericolo e il tasso di disoccupazione rimane alto, i consumatori stanno riacquistando fiducia e confidano nel fatto che il loro reddito possa rimanere invariato e, soprattutto, che non subisca ulteriori riduzioni. Di conseguenza, l’indicatore delle aspettative di reddito è significativamente aumentato a −16,9 punti, il suo valore più alto da dicembre 2010.

Propensione agli acquisti: il miglioramento dei dati economici va a favore dei consumi

Fermo restando che le aspettative economiche e di reddito sono migliorate significativamente in tutta Europa, non deve sorprendere che questo si rifletta anche su un atteggiamento più positivo per quanto riguarda la propensione agli acquisti rispetto alla prima metà dell’anno. L’indicatore è fermo in Austria, nella Repubblica Ceca, in Francia, in Grecia, in Portogallo e in Romania, mentre negli altri Paesi ha segnato aumenti che erano relativamente sostanziali in alcuni Paesi.