Quando la loyalty sbaglia. La lezione del più importante retailer australiano

A fine giugno 2025, Woolworths si è trovata al centro di un episodio che ha catturato l’attenzione di clienti, media e osservatori del marketing. Un errore tecnico ha portato all’invio accidentale di una mail che prometteva un buono da 15 dollari australiani (circa 9 euro) a 500.000 membri del programma fedeltà Everyday Rewards. L’offerta era invece destinata solo a una piccola platea di nuovi iscritti (circa 15.000) nell’ambito di un’operazione di on-boarding, mirata a incentivare i primi acquisti e l’attivazione degli account.

Woolworths è il più importante retailer della grande distribuzione alimentare in Australia, con una quota di mercato che supera il 30% e un fatturato annuo di oltre 60 miliardi di dollari australiani. Con più di 1.000 supermercati e una presenza capillare anche in Nuova Zelanda, l’azienda è un punto di riferimento del settore, nota per l’adozione di tecnologie avanzate nel loyalty marketing. Il programma Everyday Rewards, che conta oltre 14 milioni di iscritti, rappresenta un pilastro della strategia di fidelizzazione e si fonda su un sistema evoluto di crm e marketing automation.

L’errore nell’invio dell’email ha evidenziato i limiti anche dei sistemi più sofisticati. Woolworths ha reagito con grande rapidità: le scuse ufficiali e la decisione di onorare i buoni promessi per errore sono arrivate entro poche ore dalla diffusione della notizia. Un portavoce ha inoltre dichiarato che l’azienda sta lavorando per rafforzare i controlli interni. Questo ha contribuito a contenere la percezione di un problema strutturale e a rafforzare l’immagine di un brand trasparente e responsabile.

Il tono dei media è stato in prevalenza equilibrato e curioso. Le principali testate australiane, come Sydney Morning Herald e Abc News, hanno raccontato l’episodio come un caso emblematico di errore trasformato in opportunità, elogiando la scelta di Woolworths di rispettare l’involontaria promessa. Nei commenti online e nei social network, la reazione dei clienti è stata in larga parte positiva: molti hanno riconosciuto la correttezza dell’azienda, alcuni hanno ironizzato sulla fortuna di aver ricevuto un buono inatteso, mentre solo una minoranza ha espresso scetticismo sulla solidità dei sistemi tecnologici dell’azienda.

Dal punto di vista finanziario, l’impatto massimo potenziale è stato stimato in circa 7,5 milioni di dollari australiani (4,5 milioni di euro), se tutti i 500.000 destinatari avessero utilizzato il voucher. Tuttavia, come avviene in casi simili, è probabile che il tasso di redemption reale si sia attestato fra il 50 e il 60%, riducendo l’esborso effettivo a circa 2,3/2,7 milioni di euro. Un costo non trascurabile, ma comunque sostenibile per un gruppo delle dimensioni di Woolworths, e percepito dagli analisti come un investimento necessario per salvaguardare la fiducia dei consumatori.

Questo caso richiama alla memoria altri celebri incidenti nel mondo loyalty: United Airlines nel 2011 annullò biglietti premio comunicati per errore, suscitando l’ira dei clienti; British Airways, nel 2014, revocò upgrade gratuiti comunicati per sbaglio; Starbucks, nel 2018, invece decise di lasciare ai clienti i punti premio accreditati per errore. Woolworths, scegliendo la strada della trasparenza e del rispetto della promessa, si è allineata a quest’ultimo esempio, ottenendo un ritorno positivo in termini di immagine.

La lezione è chiara: nell’era del marketing digitale, la gestione dell’errore è cruciale quanto la strategia stessa. Woolworths ha dimostrato come un inciampo tecnologico possa essere trasformato in un’occasione per rafforzare la relazione con i clienti, purché affrontato con velocità, trasparenza e rispetto. Alla fine, i clienti hanno percepito l’azienda come corretta, responsabile e attenta alla soddisfazione del consumatore: un risultato che vale ben più del costo del voucher.

5 best practice che impariamo da questo errore:

  1. reagire rapidamente: il tempo di risposta è determinante per evitare che l’errore si trasformi in crisi;
  2. comunicare con trasparenza: spiegare subito cosa è successo e quali azioni si intendono prendere;
  3. valutare il costo della fiducia: spesso onorare la promessa è più conveniente che affrontare una crisi d’immagine;
  4. rafforzare i controlli: usare l’incidente come occasione per migliorare processi e tecnologie;
  5. monitorare il sentiment: analizzare le reazioni dei clienti e dei media per calibrare le azioni.

 

Giambattista Marzi

Dopo una carriera come manager in multinazionali, ha intrapreso il ruolo di consulente di alta direzione, sviluppando competenze strategiche nel marketing. Affianca con passione i giovani talenti in qualità di mentor, facilitando il loro ingresso nel mondo del lavoro. Esperto di loyalty, firma articoli su Promotion, approfondendo trend e best practice del settore.