Non solo di prezzi bassi ha bisogno il consumatore contemporaneo. Siamo alla sesta edizione della ricerca Rpi (Retail preference index) di Dunnhumby in Italia, che mira a capire come evolvono le priorità dei consumatori e quali retailer abbiano la proposta commerciale che meglio le intercetta. Dopo anni segnati da pandemia e inflazione, il 2025 si apre in un clima di cauto ottimismo: l’inflazione rallenta, la fiducia dei consumatori mostra segnali di ripresa e, nella spesa alimentare, le famiglie tornano a bilanciare risparmio e qualità.
La ricerca di convenienza (il value anglosassone) non è più dominata solo dai prezzi bassi, ma guarda anche ad altri aspetti. In questo scenario, in cima alla classifica troviamo Esselunga, Coop, Conad, Famila e Decò: retailer meglio posizionati per crescere in questo nuovo ciclo. Hanno una share of wallet media del 24%, rispetto al 14-15% dei retailer del secondo e terzo quartile, e una connessione emotiva più alta (7,41/10) rispetto al quarto quartile (6,73/10). Questi retailer mostrano forti successi nei driver che influenzano maggiormente i consumatori italiani: l’esperienza in punto di vendita, la marca del distributore e la varietà dei prodotti.
L’esperienza in negozio è oggi il driver più rilevante (38,5% d’importanza): i consumatori premiano i retailer che offrono facilità e velocità d’acquisto, ampiezza di assortimento e un ambiente piacevole. Interessante la sfida da gestire per i retailer: facilità e velocità d’acquisto da un lato, ampiezza di assortimento dall’altro. Occorre costruire assortimenti che colgano la molteplicità dei bisogni senza generare un senso di sovraffollamento o di lentezza decisionale, riducendo al massimo linee sostitutive. La mdd (23% d’importanza) rimane un fattore stabile nella scelta di dove acquistare, diventando sempre più una leva da gestire strategicamente per i retailer. In termini di gradimento, si osserva un distacco di soddisfazione tra la prima e la seconda metà dei retailer analizzati, con Esselunga, Conad e Coop che guidano la classifica, affiancati da Eurospin e Decò.
La varietà dell’assortimento (12% d’importanza) è fortemente influenzata dai prodotti salutari e bio, seguiti da quelli innovativi. Questo significa che il con- sumatore utilizza l’ampia presenza di prodotti salutari nelle varie categorie come euristica di varietà, cioè come indice dell’ampiezza dell’assortimento. In sintesi, il consumatore italiano sta entrando in una fase di trasformazione: dopo anni di forte pressione sul prezzo, riemergono nuove priorità che ridefiniscono il panorama retail. La convenienza non si limita più al costo più basso, ma si amplia di significato e guarda maggiormente alla flessibilità di scelta: dove risparmiare (primi prezzi, prodotto a marchio) e dove spendere di più (qualità, sostenibilità, salute).
L’esperienza in negozio e le marche del distributore rimangono fattori decisivi. Leader storici come Esselunga, Coop e Conad si confrontano con nuovi protagonisti pronti a innovare, come Famila e Decò. I discount, invece, si trovano di fronte a una fase di stress test: mantenere la leadership di prezzo, pur cercando nuovi spunti di innovazione per restare competitivi. In conclusione, il futuro del retail si gioca sull’equilibrio tra convenienza multidimensionale, esperienza e capacità di evolvere.

