Aziende più ottimiste nella survey di Duff & Phelps

Redazione11/04/2021

Nonostante il difficile anno appena trascorso abbia avuto un impatto molto significativo sul tessuto imprenditoriale e produttivo nazionale, le aziende italiane guardano con un certo ottimismo al futuro.

È quanto emerge dalla survey realizzata da Duff & Phelps, una divisione di Kroll, su un campione di aziende rappresentative dei principali settori produttivi italiani per analizzare lo scenario imprenditoriale nazionale dopo il lockdown e le prospettive di ripresa per i prossimi mesi. L’indagine, condotta tra dicembre 2020 e gennaio 2021 su un campione rappresentativo di oltre 100 figure manageriali, ha evidenziato come i mesi di lockdown forzato dello scorso anno abbiano lasciato un forte segno su attività e fatturato aziendali. I due terzi del campione ha infatti riportato di aver registrato una contrazione del fatturato nel 2020, nella maggior parte dei casi tra il 10% e il 50%, ma il 21% non ha segnalato impatti significativi sul giro d’affari e il 13% ha addirittura registrato una crescita dei ricavi.

Guardando al futuro, non mancano gli spunti positivi: la percentuale più ampia degli intervistati, il 41,7%, prevede un aumento del fatturato nei prossimi 6-12 mesi, mentre per il 21,7% i ricavi rimarranno stabili; il restante 36,6% prevede invece una diminuzione degli introiti. Il senso di ottimismo lo si ritrova anche in relazione alla previsione su quando il fatturato ritornerà ai livelli pre-crisi: il 40% del campione ritiene che ciò accadrà nel 2022, ma per il 39,1% questo si verificherà già nel 2021. Per il restante 20,9% occorrerà invece attendere oltre il 2022.

Per il 42,6% del campione, il maggior aiuto alle imprese nella fase di ripartenza dovrebbe arrivare da un governo credibile e forte, ma un ruolo centrale deve essere svolto anche dai business partner (37,4%) in modo da creare un ecosistema virtuoso che comprenda altre aziende, società di consulenza, associazioni di categoria, istituzioni finanziarie e agenzie governative, lavorando insieme verso obiettivi comuni.

Una funzione chiave sarà svolta anche dai giovani talenti (per il 13,9% degli intervistati), soprattutto grazie alla loro familiarità con gli strumenti digitali e il loro utilizzo e alla loro capacità di adeguarsi con grande flessibilità ai nuovi scenari evolutivi e a nuovi schemi di lavoro.

La digitalizzazione è infatti indicata quale fattore prioritario su cui puntare per la ripartenza (20,9% del campione), seguito dal potenziamento delle filiere italiane, per mantenere il know how, l’innovazione e la proprietà intellettuale all’interno nel nostro paese (13,9%). Altri elementi importanti risultano essere la flessibilità organizzativa e la capacità di riconvertire e adeguare la produzione, indicato dal 13% degli intervistati, e, con la stessa percentuale, anche la formazione e la valorizzazione dei talenti presenti all’interno delle organizzazioni. Per l’11,3% del campione, inoltre, per una piena ripartenza si deve puntare sugli investimenti in ricerca & sviluppo e su operazioni di fusione e aggregazione.

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