Employer branding game per attrarre nuovi talenti

Lara Oliveti08/11/2021

L’employer branding promuove la reputazione di un’azienda attraverso gli occhi del dipendente: i professionisti delle risorse umane e gli esperti di marketing utilizzano le tattiche di content marketing per mostrare l’identità di un’azienda come luogo di lavoro di alta qualità, al fine di attrarre e trattenere i migliori talenti.

La ricerca dei talenti si è intensificata, specialmente verso i settori che non sono percepiti come top of mind

Per agevolare l’onboarding e il recruitment, ma anche per mostrare alle persone tutto ciò che fa un’azienda, possono essere utilizzati gli employer branding game: il personale e i (potenziali) clienti imparano attraverso il gioco a conoscere il brand, i valori e la vision aziendale. In quest’ottica, varie aziende si sono rivolte al mondo del gaming per attività di training, attribuendo al marchio del datore di lavoro un significato epico, un senso “elevato” dell’organizzazione, includendo elementi di gamification e serious game (due approcci diversi, da non confondere).

Nel settore in cui opera Maersk, spedizione di container e trivellazioni petrolifere, la competizione sulla talent acquisition è elevata, con personale altamente qualificato e ben retribuito: invogliare a lavorare per un player “piccolo” in questo mercato rende necessario un elemento di differenziazione. Maersk ha scelto di essere innovativo, optando per una strategia combinata di social media e giochi per generare awareness ed educare i potenziali candidati su perforazione, geologia, petrolio e innovazione. Il sito di Quest for Oil include sussidi didattici e informazioni per gli studenti, oltre al form di candidatura.

Google Code Jam è un esempio di come i talenti del nuovo millennio possano essere ingaggiati con una competizione di programmazione in cui il vincitore riceve una ricompensa in denaro, oltre al titolo di “The Champion”: i migliori programmatori vengono selezionati e successivamente valutati per determinate posizioni lavorative. Pwc ha utilizzato un gioco multiplayer per valutare come si sarebbero comportati i tirocinanti sul posto di lavoro tenendo conto delle loro prestazioni sul gioco, mentre il gioco Domino’s Pizza Mogul ha permesso di amplificare la notorietà del marchio invitando i candidati a creare digitalmente la propria pizza e guadagnare badge man mano che realizzavano vendite virtuali: uno strumento per ingaggiare millennial e comunicare che Domino’s è un datore di lavoro entusiasmante, un’azienda che apprezza la creatività e la flessibilità. Queste esperienze evidenziano che la ricerca dei talenti si è intensificata, specialmente verso i settori che non sono percepiti come top of mind.

Nel dibattito sul coinvolgimento, i giochi seri stimolano le nuove generazioni, ma questo è proprio uno degli obiettivi della gamification: non sempre è necessario utilizzare i serious game per creare coinvolgimento, ma elementi interattivi come quest e missioni, la collaborazione multidisciplinare, la cooperazione virtuale con le persone, l’acquisizione di nuove conoscenze e molte altre tecniche possono essere prese in prestito proprio dai giochi per creare esperienze coinvolgenti su più fronti.

Lara Oliveti

Cofondatrice e ceo di Melazeta, da oltre vent'anni si dedica a progetti d'innovazione digitale per la comunicazione e la formazione.