Investire nel digital e nei servizi mobile è una priorità per le pmi italiane

Redazione23/02/2022

Negli ultimi due anni le imprese hanno investito in modo deciso sulle tecnologie digitali: secondo un report di McKinsey, “The new digital edge: rethinking strategy for the postpandemic era”, il 65% ha dichiarato di aver aumentato i fondi dedicati alla digitalizzazione, mentre solo il 7% li ha diminuiti. La digitalizzazione è diventata una priorità nonché un driver d’investimento indispensabile per rimanere sul mercato e differenziarsi dai competitor: il 64% delle aziende, infatti, crede che entro la fine del 2023 dovrà ripensare a un nuovo modello di business digitale per rimanere economicamente profittevole mentre, al contrario, solo l’11% non cambierà il proprio modo di operare sul mercato.

Anna Maria Mazzini, cgo di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia.

“Dobbiamo entrare nell’ottica che la trasformazione digitale non si fermerà al termine della pandemia – ha dichiarato Anna Maria Mazzini, cgo di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia – e che le aziende dovranno essere in grado di costruire modelli adattabili al cambiamento ma con alcuni punti fermi: customer experience, fruizione di app multiservizi e piattaforme digitali, gestioni dei dati e business intelligence sono i driver dove noi di Sodexo Brs Italia stiamo investendo risorse per offrire alle aziende soluzioni evolute che andranno a soddisfare le nuove esigenze dei lavoratori, anche ad esempio nell’ambito dell’evoluzione degli strumenti legati all’utilizzo e all’erogazione dei benefit aziendali”.

In Europa l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle aziende è in ritardo rispetto agli Stati Uniti: secondo uno studio della European Investment Bank diffuso poche settimane fa la media europea si attesta al 65%, 6 punti percentuali in meno rispetto alle imprese a stelle e strisce, che superano quota 71%. L’Italia si attesta solo al 19° posto su 28 nazioni presenti nello studio, con il 62,6% di tasso di digitalizzazione delle aziende: il nostro paese è al di sotto della media europea ma di poco avanti alla Francia (62,5%) e sopra il Regno Unito (61,3%). Fatica anche la Germania, solo al 15° posto, mentre Portogallo e Spagna sono nella “top 10”, rispettivamente in 8° e 9° posizione.

Sebbene l’Italia sia sopra la media europea, ci sono due fattori che la penalizzano: per quasi 2 aziende su 3 (63%) l’infrastruttura digitale rimane un problema concreto e il tasso di digitalizzazione delle pmi rimane al di sotto della media europea di ben 15 punti percentuali. Da tale punto di vista, però, nei prossimi anni tra Pnrr e Fondo Complementare ci saranno a disposizione quasi 50 miliardi di euro da investire nell’infrastruttura digitale, con l’obiettivo di aiutare le aziende a intraprendere un percorso di evoluzione tecnologica. Alla guida della digital transformation italiana ci sono le grandi aziende, e il settore dei servizi la fa da padrone con oltre il 60% delle aziende che adotta l’uso di tecnologie digitali (dato superiore alla media europea).

In questa rivoluzione digitale saranno sempre più centrali e coinvolti i servizi mobile: secondo un recente studio divulgato da Ericsson il traffico dei dati globale raggiungerà i 288 exabyte al mese con un tasso di crescita medio del 4,4%. Questo aumento sarà sostenuto dalla diffusione globale del 5G che sempre entro il 2027 rappresenterà il 62% del traffico dati mobile mondiale. “Le tecnologie digitali – sottolinea Anna Maria Mazzini – dovranno essere in grado di progettare piattaforme e applicazioni multiservizi dove la priorità è l’ottimizzazione della user experience proprio da mobile. Dalle chatbot ai servizi per semplificare i pagamenti digitali la sfida del futuro sarà di raggruppare una serie di servizi in un’unica soluzione semplice, veloce e full digital”.

Leggi anche:

Redazione