Non food: gli italiani comprano non solo online e non sempre nelle grandi catene

Redazione11/12/2023

Il peso crescente del carovita e i nuovi valori che guidano lo shopping degli italiani hanno segnato l’evoluzione dell’universo del non food in Italia, che ha chiuso il 2022 con 109,3 miliardi di euro di incassi, in crescita, complici anche le dinamiche inflattive, di +4,3% rispetto all’anno precedente. A stimarlo è l’edizione 2023 dell’”Osservatorio non food” di GS1 Italy, che analizza 13 comparti non alimentari – abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento; bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi; prodotti di automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli – dal punto di vista dei consumi, dei competitor e dei canali commerciali fisici e digitali.

“Per comprare prodotti e servizi non alimentari – ha spiegato Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – gli italiani hanno a disposizione un ampio ventaglio di canali fisici e digitali. I comportamenti d’acquisto si intrecciano con lo sviluppo dell’ecommerce e con l’evoluzione della rete commerciale non food, che nel 2022 ha confermato la riduzione del numero dei negozi specializzati indipendenti, la difficoltà delle grandi superfici alimentari e la tenuta delle grandi superfici specializzate. Queste ultime, anche grazie a una struttura radicata sul territorio, mantengono il loro peso in quasi tutti i comparti non alimentari, ma devono raccogliere la sfida dell’integrazione tra canali fisici e digitali per riuscire a creare un’esperienza d’acquisto fluida e memorabile, in grado di attrarre e fidelizzare i consumatori”.

 

Fonte: Osservatorio non food (GS1 Italy).

 

I negozi tradizionali specializzati non food sono ancora oggi una componente importante del commercio al dettaglio in termini di presenza e di diffusione sul territorio. Proprio la loro capillarità, insieme alla conoscenza dei prodotti, alla consulenza e al servizio che sanno offrire, fa sì che gli italiani li prediligano quando devono comprare prodotti di cancelleria (dove coprono il 69,0% delle vendite in valore), di ottica (64,7%), di bricolage (63,3%), nonché mobili e arredamento (48,8%) e attrezzature sportive (38,9%). Nel corso del 2022 i negozi specializzati sono cresciuti in particolare nelle vendite di abbigliamento sportivo (+20,5% di fatturato) e di profumeria (+18,3%).

Nonostante la rete continui a ridursi (-1,1% rispetto al 2021), i 27.672 punti di vendita della distribuzione moderna specializzata continuano a rappresentare la spina dorsale della rete commerciale non food, soprattutto grazie all’abbigliamento (27,6% del totale negozi), all’intimo (9,9%), all’elettronica di consumo (7,1%), alla profumeria (7,0%), alle calzature (6,1%) e ai prodotti per bambini (6,0%). Vi si concentra oltre la metà della spesa per acquistare capi di abbigliamento (55,9% delle vendite totali di abbigliamento) e articoli per lo sport (55,7%), e sono il canale leader anche per calzature (49,4%), intimo e calzetteria (49,2%) e prodotti tessili (39,7%). Ma il ruolo maggiore è negli elettrodomestici bruni, dove sfiorano il 60% di incidenza sulle vendite totali.

In Italia nel 2022 erano in attività 21.399 punti di vendita della gdo, ossia 136 in più rispetto all’anno precedente. Ad aumentare il numero degli store sono stati discount e supermercati, mentre ipermercati e superette li hanno diminuiti. Questi negozi sono poco rilevanti sul totale degli acquisti non alimentari e continuano a perdere terreno. Restano importanti solo nella cancelleria (31,0% di incidenza sulle vendite), nei giocattoli (22,5%), nel tessile (12,5%) e nell’intimo (11,4%), e ricevono particolare attenzione soprattutto in alcuni periodi dell’anno quando propongono forti promozioni, ampliano l’assortimento e danno maggior spazio espositivo, come accade a Natale, a Pasqua e in occasione della “fiera del bianco”.

Nel 2022 la rete delle grandi superfici non specializzate è cresciuta, arrivando a 2.206 grandi magazzini (+4,6%) e 383 cash & carry (+1,1%). Sul totale del mercato non food, questi punti di vendita hanno un ruolo importante in particolare nella profumeria, di cui veicolano il 31,6% delle vendite a valore, in abbigliamento e calzature (9,5%) e nel tessile (8,5%), e in misura minore in giocattoli (4,9%), mobili e arredamento (4,2%) e articoli per lo sport (3,1%). Da rilevare l’aumento di +5,4% del fatturato realizzato nel 2022 dalle vendite di abbigliamento intimo nelle grandi superfici non specializzate.

I 28 outlet village presenti in Italia si sono avvantaggiati della ricerca di convenienza che ha caratterizzato il 2022 e sono diventati un punto di riferimento per gli acquisti di diversi prodotti non alimentari, in particolare di abbigliamento e accessori, che rappresentano il 62,9% del numero di negozi presenti in questi agglomerati commerciali. A distanza troviamo, poi, le calzature con il 14,8%, gli articoli per lo sport con il 7,8%, la profumeria con il 3,7% e i casalinghi con il 2,9%.

Dopo anni di crescita sostenuta, nel 2022 il web ha rallentato la sua escalation, in particolare per quanto riguarda gli acquisti di articoli per lo sport (-1,8 punti percentuali), di libri non scolastici (-1,3%) e capi di abbigliamento e accessori (-1,0%). Ma ha registrato una rilevante crescita annua nei prodotti di automedicazione (+0,8 punti percentuali) e nella profumeria (+0,8%). L’ecommerce resta il canale preferito dagli italiani per gli acquisti di prodotti di edutainment (55,6% di incidenza a valore), in particolare videogiochi (83,9%) e supporti musicali (75,8%), e di elettronica di consumo (28,1%), in particolare multimedia storage (48,7%) e hardware (33,9%), dove si conferma primo canale di vendita. L’ecommerce ha un peso significativo anche sulle vendite di piccoli elettrodomestici (43,2% di quota a valore), e di apparecchi e accessori fotografici (32,1%) ed è leader nel mondo dell’homevideo (63,8%).

 

Redazione