IL PUNTASPILLI
di Marilde Motta*
Qr code, uno strumento versatile
che però ancora non decolla
I
l qr code è una forma evoluta di codice a barre che può
essere letto da qualunque smartphone (o tablet) dotato
del programma qr reader e di telecamera per inquadrare il
quadratino del codice. Creato dalla società nipponica Denso
Wave nel 1999, si è progressivamente diffuso e viene applicato
in moltissimi campi, per esempio per tracciare prodotti e
conoscerne tutto il loro processo produttivo, nella logistica,
in sanità, nella pubblica amministrazione e persino per
creare inviti a eventi e coupon da scaricare. In pratica, entro
il magico quadratino del qr code possono essere inseriti
collegamenti a siti, testi alfanumerici, immagini, messaggi.
Un notevole vantaggio è il fatto che il codice contiene il programma
Reed Solomon, in grado di correggere e ricostruire il codice stesso
quando è danneggiato, per esempio se
stampato su un’etichetta in parte strappata
o sgualcita o se coperto da una macchia.
In pratica sembra avere sette vite, ma alla
versatilità del qr code non corrisponde,
da parte del consumatore europeo,
un’accettazione di vaste proporzioni come
ci si potrebbe immaginare a circa 14 anni
dalla sua introduzione. Sebbene da tempo molte riviste cartacee
contengano qr code per rimandare il lettore ad approfondimenti sul
sito della testata, spiegandone chiaramente il funzionamento e i
vantaggi, l’effettivo uso ancora non decolla, in particolare in Italia.
Il monitoraggio realizzato da comScore MobiLens fra maggio
e luglio 2012 ha rilevato che oltre 17.390.000 di possessori di
smartphone in Europa (il 14% del totale dei possessori) lo hanno
usato per scansionare il qr code, di cui 2.765.000 in Italia. A
quale fine? La ricerca di informazioni domina di gran lungo
le motivazioni d’uso, si tratti di informazioni sul prodotto
(ricercate da 3 su 4 utilizzatori), su eventi o su iniziative non
profit. Tuttavia non è trascurabile la media del 19,4% di europei
(sono stati monitorati Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno
Unito) che usa il qr code alla ricerca di coupon e offerte speciali,
mentre il download di applicazioni rimane del tutto marginale.
Secondo gli estensori di questa indagine, la ricerca di informazioni
da parte del consumatore potrebbe essere meglio sfruttata dal
sistema di retail (ecommerce o il solido brick and mortar) per
convertire l’interesse per il prodotto in acquisto effettivo, stabilendo
anche un legame più duraturo con operazioni di fidelizzazione.
La situazione europea, sebbene in lenta crescita, è molto lontana
da quella statunitense e soprattutto da quella giapponese, dove il
web mobile ha pervaso ormai ogni settore della vita quotidiana
rendendo possibile l’uso estensivo e intensivo del qr code.
* Titolare di Ad Personam –
Il 19,4% di europei
(Francia, Germania,
Italia, Spagna, Regno
Unito) usa il qr code
per cercare coupon e
offerte speciali
punteggio medio di 4,9 in una
scala da 1 (inutile) a 5 (eccellente),
seguito da LinkedIn (4,02), Twitter
(4,01) e Facebook (3,96). Per scopi
personali il social più utilizzato
è Facebook con l’80,52% del
campione, seguito da LinkedIn
e Youtube, rispettivamente con
il 67,12% e il 56,84%; Facebook
è al primo posto anche per
l’uso aziendale con il 67,60%,
seguito da Youtube (52,60%) e
LinkedIn (48,61%). Per il budget
destinato ad attività di marketing,
Facebook è largamente il primo
(25,97%), seguito da Youtube
(9,93%) e Twitter (7,47%).
Per quanto riguarda i risultati
che le aziende sperano di
ottenere dall’attività sui social
media, al primo posto troviamo
la valorizzazione del brand
(71,28%), poi il potenziamento
della propria comunicazione
(70,59%) e la creazione della
community (44,90%). Mentre
le azioni web a cui le aziende
assegnano più valore sono
quelle legate all’engagement:
soprattutto i commenti
pubblicati dai lettori (60,97%),
l’iscrizione alla newsletter
(60,26%) e le ripubblicazioni/
condivisioni (59,92%).
(G. M.)
IL TARGET DI RIFERIMENTO
DELLE AZIENDE DEL CAMPIONE
B2B
B2C
Entrambi
40,38
39,48%
20,14%
15
P
m
gennaio 2013