Il vuoto lasciato dall’assenza del “nemico sovietico” ha prodotto nell’Occidente la noia per le grandi questioni e per il confronto delle idee. Restano gli umori di massa, che confluiscono nei partiti “pigliatutto” a geometria variabile. C’è ancora chi si dedica a ipotizzare il futuro socioeconomico, chi scruta gli innumerevoli, caotici segnali del cambiamento e fronteggia una domanda impellente: siamo davvero trascinati dall’evolvere di un’ennesima rivoluzione industriale? Superfluo dire che il termine “rivoluzione” è una convenzione....

